Quando il Signore diede ad ognuno degli animali il proprio nome, anche l’asino ebbe il suo.
Ma, poco intelligente com’era, se lo dimenticava sempre.
– Come mi chiamo io?
– Ti chiami asino.
– Ho capito.
Ma poco dopo, eccolo ritornare, a testa bassa:
– Ho dimenticato il mio nome. Come mi chiamo?
Il Signore gli diede una tiratina d’orecchi e gli ripeté:
– Ti chiami asino.
– Va bene.
Di lì a poco rieccolo.
– Me ne sono dimenticato.
Un’altra tiratina d’orecchi:
– Ti chiami asino.
Molte volte l’asino ritornò ed ebbe molte tirate d’orecchi.
Alla fine imparò il suo nome, ma gli orecchi, a forza di tirare, erano diventati lunghissimi.
E così gli restarono per sempre.